L ' U L T I M O  E R O E
Covili ha sempre dipinto cacciatori di lupi, di volpi, di aquile. In loro vedeva non tanto la forza dell'uomo in lotta con belve ed elementi ostili, quanto un simbolo di resistenza incondizionata in tempi di caduta del senso.
Dagli anni '70 a L'Ultimo eroe, una lezione di umanità a venire.

GINO COVILI - Cacciatore di lupi, 1969
GINO COVILI - Cacciatore su cavallo bianco, 1970
GINO COVILI - Cacciatore a cavallo, 1972
GINO COVILI - Cacciatore, 1972
GINO COVILI - Cacciatore nella notte, 1983
GINO COVILI - Cacciatore di aquila nella notte, 1992
GINO COVILI - Cacciatore di aquile, 1994
GINO COVILI - Ascoltando le rocce, 1995
GINO COVILI - Il primo sole, 1995
GINO COVILI - La notte del mistero, 1995
GINO COVILI - Il passo del fuoco, 1995
GINO COVILI - La grande neve, 1995
GINO COVILI - La notte del grande gelo, 1995
GINO COVILI - L'ombra inquietante, 1995/96
GINO COVILI - Il tuono, 1995/96
GINO COVILI - L'ultimo eroe, 1995/96
GINO COVILI - Il pastore nella notte, 1999
GINO COVILI - Nella notte di luna piena, 2002/03




Il cacciatore di Covili erompe dalla terra. Esce da un buco nero che è come la bocca di un antro. Si colloca in un mondo dallo sfondo viola, immaginario. Ma la sua presenza non è metafisica. Egli è reale, plastico come un personaggio di Coubert. Va giudicato qui: hic et nunc. E tutta la sua storia, fatta di lupi e di rocce, di volpi e di lune, di arbusti e dirupi, di stupori e paure si colloca sul profilo dei nostri monti, nelle magie delle antiche storie contadine, nella pelle degli uomini forti che hanno arato i nostri solchi e cantano sulle nostre aie.

Il cacciatore è peloso, ispido. È scorza di albero più che polpa di legno. Con il mondo ha un doppio rapporto, a volte è dominatore, padrone, regale; talaltra è spaurito, inquieto, pensoso. Sa che la natura non fa sconti, è leggibile ma anche misteriosa.

Gianni Raviele